martedì 12 novembre 2013

Dakar

Dakar
causa tempi di viaggio o linee internet poco efficienti siamo riusciti ad aggiornare meno del previsto il blog. 3726 km complessivi, 44 ore totali di sella e 7 giorni di viaggio.

Marocco: la prima tappa è stata affrontata per necessità al buio fino alla città di Asilah. Le successive due tappe marocchine sono state obbligatoriamente lunghe ma ci hanno consentito di affrontare i tratti seguenti con più margine per frontiere ed imprevisti. 
Consigliamo, per quanto possibile, di rispettare i limiti di velocità causa forte presenza di autovelox (preso e negoziato...) e di viaggiare muniti di numerose (ad oggi circa 40 consegnate) fiches di viaggio. In ogni caso il Marocco meriterebbe molto più tempo.
Ci accorgiamo di essere entrati nel sahara occedentale perché gli eucalipti lasciano spazio alle rocce e alle prime lingue di sabbia.
Dakhla grazie al kitesurf è una città ricca che vive di turismo occidentale. Salutate le dune di Dakhla c'è solo più il vento ad accompagnarci verso la frontiera.
La terra di nessuno è un tratto sterrato e minato che precede l'entrata in Mauritania: la moto molto carica e la sabbia non sono mai una buona combinazione ma con un po' di pazienza e un buon gps non è necessario utilizzare costose guide locali. Nonostante i consigli ricevuti non abbiamo cambiato soldi in frontiera per poi trovarci a rimpiangerlo amaramente la mattina seguente...
Nouadibou: tutto parla di religione islamica  e povertà estrema. Lunghe tuniche blu e turbanti coprono quasi integralmente corpi e visi. Occhiali Ray-Ban a specchio rendono irriconoscibili guardie armate dai modi inquietanti. Bimbi scalzi percorrono le vie sporche e polverose di centri urbani che fatichiamo a definire città. Nessuno sportello bancomat ci ha permesso di prelevare denaro, fino a doversi affidare per il cambio di euro a "Luis": emigrato spagnolo proprietario di un ristorante e commerciante di pesce.
Attraversando la Mauritania resta solo la sabbia, un territorio dalla bellezza disarmante che stride con la desolazione dei centri urbani. Siamo a Nouakchott, capitale della repubblica islamica, dormire da Olivia ci ha permesso di conoscere il nostro futuro traghettatore tra la burocrazia melmosa della frontiera di Rosso. Gli ultimi chilometri prima del fiume senegal sono disseminati di pericolose buche e restringimenti del manto stradale. 4 ore e poco più di 100 euro a moto, per passare la frontiera, potrebbero sembrare tanti ma considerando i racconti di altri viaggiatori ci possiamo ritenere fortunati. 
Senegal, esplosione di vita e colori. Sembra incredibile come un fiume possa rendere tanto differenti due terre così vicine. Abiti colorati, frutta abbondante e natura rigogliosa ripagano le fatiche affrontate fino a qui.
Consigliamo di fare molta attenzione agli animali in libertà lungo la strada che ci hanno obbligato a mantenere medie più basse del previsto. 
Saint-Louis: coloniale, caotica e pulsante. Si respira l'aria dei fasti del passato da prima capitale del Senegal. L'arrivo a Dakar é inaspettatamente traumatico e impattante a causa del traffico anarchico e lisergico. Senza molte forze ma con tanto cuore ci godiamo il giro di boa...
Le sole 24 ore diponibili a Dakar sono quasi interamente dedicate a effettuare le necessarie cure dei mezzi e svolgere le attività istituzionali precedentemente concordate con alcuni membri della ONG (CPAS).
Un ringrazimento particolare va a Demba, angelo custode che ci ha guidati in questa caotica capitale Senegalese.

Per domani la sveglia è prevista alle 5: da quel momento in poi l'oceano sarà alla nostra sinistra.

Si ricomincia...

4 commenti:

  1. grazie ragazzi di questo breve diario di viaggio: nonostante l'estrema sintesi, emergono le emozioni che persone e luoghi vi hanno regalato!

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  2. grandi per avere intrapreso un viaggio emotivamente cosi' coinvolgente
    un abbraccione alla combriccolaaa
    marco

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  3. Bravi e complimenti...una grande impresa!

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  4. mi associo ai complimenti! Grandi, siete dei grandi!!
    Antonio

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